E’ risaputo che parlare di zucchero è riduttivo in quanto di zuccheri ce ne sono parecchi e ognuno ha la sua particolarità. I più famosi sono il glucosio, il fruttosio e il galattosio, lo zucchero contenuto nel latte materno, umano ed animale. Inoltre per dare la giusta importanza a ciò che sto per dire, bisogna ricordare che il DNA è composto da molecole di zucchero.
Fatta questa premessa oggi prenderemo in esame il galattosio, un tipo di zucchero che si è rivelato in grado di ottimizzare, fra le altre, la cura della demenza precoce e del Morbo di Alzheimer, malattie sempre più diffuse nella nostra civiltà che puntano direttamente il dito contro il prolungamento a tutti i costi della vita umana. Infatti la maggior parte dei pazienti ha più di 70 anni ed è di preferenza di sesso femminile. Il morbo di Alzheimer non è però una novità, essendo stato descritto per la prima volta agli inizi del Novecento; oggi però sotto questo nome convergono varie forme di demenza, con sintomatologie anche differenti. Nell’epoca dell’efficienza non si accetta più che l’anziano perda un po’ la memoria, sia a volte disorientato o stenti a prendere una decisione. La famiglia cerca subito di etichettare il malato, perché, se c’è la diagnosi, allora ci deve essere la cura. Non sempre è così, ma a volte un risvolto positivo è più vicino di quanto si immagini.
Strutturalmente non molto diverso dal glucosio, il galattosio è presente nel lattosio, lo zucchero del latte, composto in parti uguali da glucosio e galattosio, il quale produce un enzima digestivo, la lattasi, che presiede alla costruzione della cellula e degli organi, dato che tutte le cellule sono contornate da una membrana protettiva, il cui componente principale è proprio il galattosio. Se pensiamo che il galattosio è lo zucchero del latte materno, strettamente legato alla crescita e alla strutturazione cellulare, mai come in quel momento della vita necessario e indispensabile, intuiamo facilmente a quale elemento primordiale ed essenziale ci stiamo avvicinando.
Parliamo però prima brevemente del glucosio che è il substrato nutritivo del sistema nervoso centrale e quindi in particolare del cervello, che per il suo funzionamento necessita 100-150 g di glucosio al giorno. Il sangue in toto però ne può immagazzinare soltanto 5 g e quindi il cervello ha bisogno di un approvvigionamento continuo. Se non ne introduciamo a sufficienza con l’alimentazione, è il fegato a fornire il necessario attraverso il catabolismo delle proteine; la sua carenza e la mancanza di uniformità di assimilazione porta oggi a diffusissime malattie steatosiche del fegato, sempre collegabili a disturbi degli zuccheri.